Pubblicato il 01/01/09 alle 16:21:51 GMT pubblicato da Una_via_per_Oriana
Il prossimo semestre, l’Italia inizierà la propria presidenza del Consiglio Europeo e Roma sarà chiamata a condurre la più grande battaglia per le libertà dell’Occidente
Siamo certi che il Presidente del Consiglio On.Silvio Berlusconi e il Ministro degli Esteri On.Franco Frattini sono consapevoli che la posta in gioco è la libertà d’espressione. Durban 2, il forum delle Nazioni Unite, la seconda Conferenza Internazionale in programma ad Aprile a Ginevra si cela dietro le bandiere, dell’antirazzismo, della discriminazione razziale, dellla xenofobia e l’intolleranza, ma in realtà tenterà di minare le fondamenta delle società occidentali, libere e democratiche, invocando lo spettro dell’islamofobia.
Infatti come abbiamo avuto modo di ascoltare il segretario generale dell’OIC Ekmeleddin Ihsanoglu, parlando ai 57 membri dell’OIC, l’Organizzazione della Conferenza Islamica che controlla 130 Nazioni in via di sviluppo, quando ha detto: “biasimare o meramente dissociarsi dagli atti di coloro che perpetrano l’islamofobia non è più abbastanza”. Inoltre, ha raccomandato ai paesi occidentali l’importanza di limitare la libertà di espressione e che i media (“nonostante tutto”), cessino di pubblicare “materiale odioso” come le vignette danesi. ”E ora che azioni concrete estirpino il problema alla radice, prima che si aggravi ulteriormente”. I Paesi islamici, come conseguenza alla debolezza dei Governi occidentali, hanno già conseguito una vittoria importante su questo fronte, lo scorso marzo hanno ottenuto, che il Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite, emanasse un divieto universale, contro la diffamazione pubblica della religione – ovvero dell’islam. Quello che accadrà durante il prossimo incontro di Ginevra dal 20 al 24 Aprile prossimo, sarà che, su tutti gli Stati dell’ONU verranno fatte pressioni per l’approvazione di leggi restrittive della libertà di parola e di azione nell’interesse della lotta all’”islamofobia”.
Ovviamente la discriminazione e la diffamazione di qualsiasi gruppo etnico o religioso, è sempre da condannare, ma l’”islamofobia”, come definita da Libia, Iran e dagli altri organizzatori di Durban 2, include qualsiasi forma di critica all’islam, ai musulmani e alle loro azioni. Se i capi di queste Nazioni avranno la meglio, gli articoli che criticano l’islam radicale, che condannano i terroristi musulmani e la pubblicazione di vignette su Maometto, le caricature danesi, il cortometraggio Fitna etc; verranno presto considerati esempi criminali di razzismo. Nel corso degli incontri preparatori della prima sessione avvenuti in Aprile e Maggio, e quelli più recenti della seconda sessione preparatoria del documento programmatico e dichiarazione finale http://www2.ohchr.org/english/issues/racism/DurbanReview/session2-documentation.htm che si è tenuta lo scorso Ottobre, tutti i membri dell’OIC – dall’Iran all’Indonesia – con la presidenza di Libia e Cuba e alla vicepresidenza Iran e Pakistan, hanno ribadito che l’islamofobia è una conseguenza della libertà di espressione.
“Il fenomeno più preoccupante è la convalida intellettuale e ideologica dell’islamofobia”, ha affermato il rappresentante pachistano alle Nazioni Unite, Marghoob Saleem Butt, per conto dell’OIC. “Nonostante si manifesti attraverso la diffamazione della religione, si maschera altresì dietro la libertà di espressione e di opinione”. Dando voce alle richieste del blocco musulmano e dei suoi molti leader autoritari, Marghoob Saleem Butt ha richiesto che i colloqui di Durban “diano origine a standard normativi in grado di fornire garanzie adeguate contro l’intolleranza verso i musulmani, incoraggiata proprio dalle libertà di parola e di opinione”.
Le linee guida di Durban 2 non si limiteranno infatti a deformare gli standard internazionali di quanto costituisce ”islamofobia”; l’OIC in realtà mira a riversare il proprio linguaggio negli ordinamenti nazionali di ogni singolo paese. Difatti, il primo punto nella bozza del programma degli obiettivi finali della conferenza si prefigge di fare in modo che i Paesi “siano tenuti ad approvare legislazioni adeguate in linea con gli standard internazionali”.
La stessa bozza identifica la libertà di espressione come “una sfida e un ostacolo sostanziale” nella lotta alle forme odierne di razzismo, infatti, secondo il progetto contenuto nel testo della dichiarazione finale, i musulmani, sarebbero di fronte ad una terribile minaccia, una specie di “olocausto razziale”, l’islamofobia, incitata dalla diffamazione dell’islam. Tuttavia solo la minaccia dell’assenza dell’Europa può fermare questo processo insidioso, darebbe credibilità alle pressioni occidentali, negando ai partigiani dell’”islamofobia” l’imprimatur che tanto agognano. Il Canada, Israele e Stati Uniti, intelligentemente boicotteranno la conferenza.
Il compito di chi ha l’obbligo di difendere la libertà di espressione è quello di fare la stessa pressione sugli Stati Membri dell’UE, affinché boicottino questa conferenza, in quanto la sola partecipazione, significherebbe accettare, avallare e avvalorare le pretestuose tesi dei Paesi islamici sull’”islamofobia”. Ognuno di noi può rendersi utile firmando e facendo firmare la petizione inviando una mail con nome, cognome, professione e città a: boycottdurban2@yahoo.de la lista sarà pubblicata sul sito http://boicottdurban2.wordpress.com e sarà consegnata il 15 Febbraio 2009 ai Governi degli Stati Membri della UE.
Per partecipare al SIT-IN, che “Una Via per Oriana” promuove, organizza e coordina presso le Nazioni Unite a Ginevra, per protestare in modo incisivo, ma pacifico, contro chiunque vuole mettere il bavaglio alla nostra libertà d’espressione! Coordinamento Nazionale Boicottiamo Durban 2, mail: unaviaxoriana@unaviaxoriana.it sito web: http://www.unaviaxoriana.it