LA PREGHIERA ISLAMICA IN PIAZZA DUOMO - reazioni alla manifestazione
Pubblicato il 07/01/09 alle 00:52:09 GMT pubblicato da Una_via_per_Oriana
Musulmani organizzano manifestazioni non autorizzate di preghiera contro Israele davanti al Duomo di Milano. Si è per lo più avvertita la pericolosità di tale manifestazione Sabato 3 gennaio 2009, al termine di una manifestazione indetta dai musulmani di Milano per protestare contro la reazione israeliana alla rottura della tregua provocata da Hamas (manifestazione durante la quale sono state bruciate bandiere israeliane) i dimostranti, guidati dall'imam di viale Jenner già condannato per terrorismo, hanno sgomberato senza permesso Piazza Duomo costringendo lo stesso Duomo a chiudere e hanno organizzato una preghiera islamica dinanzi alla Madonnina.
Un fatto analogo è successo anche a Bologna, dinanzi alla cattedrale di San Petronio, che qualche anno fa fu bersaglio dell'integralismo islamico a causa di un affresco di Giovanni da Modena che raffigurava Maometto tra i dannati, in accordo col canto XXVIII dell' ''Inferno'' dantesco.
Le reazioni a questa invasione islamica sono state per la gran parte di condanna, e in alcuni casi si paventa lo scontro di civiltà. Poche voci sono state fuori dal coro, e tra queste una voce cristiana, vale a dire quella di padre Tonio Dell'Olio del movimento ''Pax Christi'', il quale, intervistato da Paolo Salom sul ''Corriere della Sera'' di oggi, sostiene che queste preghiere che hanno di fatto trasformato in ''moschee all'aperto'' le piazze principali di Milano e Bologna è espressione della ''solidarietà del mondo islamico'' che ''passa attraverso la preghiera''. Di ben altro avviso è don Luigi Manganini, arciprete del Duomo di Milano, che accusa i musulmani di ''mancanza di sensibilità'', opinione riportata da Gianni Santucci nelle pagine milanesi del quotidiano di via Solferino. Don Manganini conclude che ''da cristiano'' non avrebbe mai partecipato ''a una manifestazione che si fosse conclusa con una preghiera proprio di fronte a una moschea''.
Ma questa preghiera può avere un valore simbolico? Secondo Michele Brambilla de ''Il Giornale'' è evidente. E Brambilla vede in questo anche la simbolica resa di un occidente che per ''non offendere i musulmani cancella i presepi, i riferimenti a Gesù nelle canzoni di Natale e il prosciutto dalla mensa dell'asilo, ma che non ha nulla da eccepire se il Duomo è costtetto a chiudere'' e ironicamente a una considerazione sui ''due pesi e due misure'' dei media occidentali: ''Che cosa avremmo letto sui nostri giornali se quattro cattolici tradizionalisti fossero andati a pregare davanti alla moschea di Segrate?''
Voci critiche verso la manifestazione di preghiera non autorizzata si levano anche dalla Giunta meneghina: Riccardo De Corato, vice sindaco di Milano, attacca l'imam di Viale Jenner abu Imad, il quale ''ha partecipato al corteo pro Palestina che è stato teatro di reati e gravi atti contro lo stato amico Israele. Sarebbe opportuno che l'imam faccia un passo indietro perchè è sempre meno credibile come interlocutore del centro islamico di viale Jenner''.
Anche alcune voci musulmane hanno stigmatizzato la manifestazione: Khaled Fouad Allam, docente di sociologia del mondo musulmano all'Università di Trieste e di islamistica all'Università di Urbino ammette che ''esiste un rischio'' di scontro di civiltà. Così afferma il docente di origine algerina sul ''Corriere della Sera'' intervistato da Paolo Salom, indicando come il fattore religioso abbia prevalso su quella nazionalista riguardo la questione palestinese da cui ''il prevalere di Hamas che rifiuta di accettare l'esistenza di Israele e alimenta un nuovo antisemitismo'' e le preoccupanti ricadute di questo sugli immigrati perchè ''nell'immaginario collettivo dell'immigrato c'è, se non lo scontro di civiltà, l'impossibilità di comunicazione tra islam e occidente''. Souad Sbai, deputata del Pdl di origine marocchina nota per le sue coraggiose battaglie a favore dell'emancipazione delle donne musulmane, intervistata da Felice Manti per ''Il Giornale'' afferma che ''l'estremismo avanza in modo spaventoso'' e che il bruciare bandiere ''davanti a donne bambini non è stato solo vergognoso. Di più''. L'onorevole Sbai critica l'arcivescovo Tettamanzi per la sua apertura verso le moschee e dice chiaramente che ''chi non rispetta le regole va cacciato''. Inoltre Souad Sbai accusa l'occidente di debolezza verso gente ''che se ne sbatte dei diritti umani, dell'uguaglianza della donna''.
Anche Gad Lerner interviene sulle manifestazioni islamiche. Il giornalista, appartenente alla comunità ebraica e attivo nel centrosinistra, che ci aveva abituato a toni più ''soft'' verso il mondo musulmano, stavolta è categorico: sul suo blog personale indica gli organizzatori della manifestazione come ''parassiti dell'esasperazione e incendiari propalatori di odio etnico'' e dice chiaramente che ''la critica a Israele è stata monopolizzata da chi non solo brucia le bandiere con la stella di Davide (un modi di negare il diritto all'esistenza dello Stato ebraico) ma, peggio ancora, inneggia alla guerra di religione''. Dall'altra parte non stupisce la durezza di Pier Gianni Prosperini, assessore regionale lombardo alla Sicurezza e noto per la sua vena polemica verso l'islam che sostiene che una cosa del genere non si era vista ''nemmeno ai tempi del nazismo''.
Abbiamo aperto con il parere di un cattolico che appoggiava la preghiera islamica, concludiamo con il parere di un altro cattolico, l'influente scrittore Vittorio Messori, autore dei best-sellers ''Ipotesi su Gesù'' e ''Varcare le soglie della speranza'' in cui intervistò Giovanni Paolo II. Messori afferma sulla ''Stampa'' di Torino che quelle preghiere islamiche sui sagrati del Duomo e di San Petronio sono un evidente segno di disprezzo, e ritiene il ''dialogo'' un errore di prospettiva analogo a quello della Chiesa dell ''Ostpolitik'' e del dialogo coi regimi comunisti. E dice chiaramente che ''certi uomini di Chiesa non capiscono che nascondendo i segni della fede non guadagnano la stima degli islamici, ma il loro disprezzo. E' una prova di debolezza mentre il loro concetto di religione è virile, guerriero''. Messori però trova segni di debolezza anche nell'aggressività musulmana: ''La Ummah, la comunità musulmana, nella diaspora in occidente si sente minacciata dai nostri veleni, ma anche dai nostri valori, derivati dal cristianesimo, anche se secolarizzati''.
Cosa possiamo dire davanti alle immagini di una manifestazione islamica non autorizzata, nella quale si sono bruciate bandiere e guidata da un imam di una moschea notoriamente jihadista? E' forse giunto il momento di mettere dei paletti, perchè costringere il Duomo di Milano a chiudere per far spazio ad una simile manifestazione non è certo un segno di dialogo. Ricordiamo cheper i musulmani più integralisti, tra cui il noto predicatore al Qaradawi, verrà il giorno in cui Roma sarà islamizzata, c'è solo da decidere se lo sarà ''con la parola o con la spada'', perchè così ha promesso Maometto nel cosiddetti ''hadith della conquista di Roma''. Teniamone conto quando vediamo le immagini dei musulmani che costringono il Duomo di Milano a chiudere.