GIUSTIZIA E IMMIGRAZIONE: Espellere un clandestino? Quasi impossibile
Pubblicato il 30/01/09 alle 10:43:11 GMT pubblicato da Una_via_per_Oriana
le difficoltà con la burocrazia e la mancanza di fondi. «I voli sugli aerei? Sono pochi e in molti restano a terra» TRENTO. «Espellere un clandestino? Quasi impossibile e tremendamente frustrante». La confessione è quella di un inquirente che ogni giorno ha a che fare con stranieri senza permesso di soggiorno e ordini di espulsione che - nella maggior parte dei casi - diventano delle beffe per gli stessi poliziotti. La sentenza del giudice Emilio Borrelli che ha assolto nove clandestini perché non avevano i mezzi economici per lasciare il territorio italiano, ha riportato in primo piano la questione del trattamento degli stranieri illegali. Le leggi ci sono, ma - a sentire gli addetti ai lavori - non sembrano funzionare. La frustrazione di cui parliamo è quella di uomini delle forze dell’ordine a cui spesso capita di imbattersi più di una volta nello stesso clandestino, benché questi fosse in precedenza già stato arrestato, processato, condannato e - in teoria - espulso.
Ma come è possibile? Gli inquirenti spiegano che l’80 per cento degli stranieri che arrivano in Trentino e che poi risultano irregolari sono arrivati su chiamata. Quella degli imprenditori agricoli che hanno bisogno di manodopera per le stagioni. Gli inquirenti, nella maggior parte dei casi, hanno anche appurato che per venire in Italia gli stranieri sono disposti a pagare a connazionali anche 8 o 9 mila euro. Un po’ troppo per andare tre mesi a raccogliere mele o fragole, ma una cifra accettabile se l’obiettivo finale è quello di fermarsi in Italia o da qui partire per un altro paese europeo. Gli stranieri sono disposti a tentare il tutto per tutto e quello del lavoro a chiamata pare essere diventato un’ottima copertura. «Quasi tutti - spiega in inquirenti - alla fine del rapporto di lavoro non ritornano nel proprio paese di origine. Anzi, sono moltissimi quelli che il lavoro non lo cominciano neppure».
Scaduto il termine del lavoro stagionale, da quel momento lo straniero diventa un clandestino a tutti gli effetti se non lascia il territorio italiano. Quando vengono pizzicati dalle forze dell’ordine questi clandestini vengono portati in questura e sottoposti ai controlli di legge che si concludono con un ordine del questore che impone allo straniero di lasciare il territorio italiano entro cinque giorni.
Inutile dire che, di questo ordine, quasi tutti gli stranieri si fanno un baffo. A questo punto cosa può succedere? Che lo straniero venga sorpreso per la seconda volta sul territorio dello Stato. In questo caso la procedura prevede l’arresto obbligatorio, cui segue un processo e - in genere - una condanna, salvo casi particolari come quello sottoposto all’attenzione del giudice Borrelli (l’essere senza soldi non consente di rimpatriare) e che ha trovato conferme anche presso la Cassazione. Una volta condannato il clandestino viene scarcerato, ma ovviamente - è una costante - non rispetta l’ordine di uscire dal territorio dello Stato. Da questo momento in avanti il clandestino - se fermato - non viene più arrestato ma solo denunciato. Non si può metterlo su un aereo? Si potrebbe, ma i voli sono organizzati dal ministero e i posti sui voli sono limitati. Mandarli nei Cpt? Questo prevede la legge, peccato che siano sempre tutti pieni.
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RIFORME
Scritto il 30/01/09 alle 21:07:43 GMT pubblicato da paolino
RIFORME RIFORME RIFORME RIFORME MA LE VOLETE FARE QUESTE RIFORME ONO NON CREDO CHE FARETE PEGGIO DI COSI' E LA PRIMA DEVE ESSERE QUELLA DELLA PSEUDO GIUSTIZIA.