26 giu – L’assedio di Vienna (o meglio il doppio assedio, 1529 e 1687) da parte dei turchi e la vittoriosa resistenza, anche grazie al decisivo aiuto polacco, sono uno dei capitoli fondamentali della storia europea e della cristianità.
Se avessero vinto i turchi l’Islam, che aveva già sottomesso i Balcani, avrebbe dilagato in tutta l’Europa centrale e oggi al posto della cattedrale di Vienna, di Notre Dame, del Duomo di Milano etc. avremmo altrettante moschee. Un capitolo glorioso, dunque, che però secondo alcuni è da cancellare.
Da anni la sinistra austriaca sostiene che ricordare quell’episodio è “offensivo” nei confronti degli immigrati islamici e adesso si cominciano a vedere i risultati di questa campagna demente.
A Vienna una scuola elementare ha ordinato agli insegnanti di non parlare più degli assedi di Vienna (furono due) per non rischiare di offendere gli alunni di origine turca e le loro famiglie che potrebbero sentirsi offese dal ricordo di una loro sconfitta.
Sul diffusissimo giornale Die Krone si è scatenato un diluvio di reazioni di austriaci inferociti che parlano di “falsificazione della storia” e di “completa sottomissione culturale”, ma la direzione della scuola ha fatto sapere che gli insegnanti che non obbediranno saranno sanzionati.
Quel che i sultani turchi non riuscirono a fare con le armi lo sta facendo la sinistra europea con la politica.
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