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Immigrazione, schiavitù, torture, lavori forzati: nella nuova Libia poco e’ cambiato

La “nuova” Libia ”non sembra tanto diversa dalla precedente sotto il regime di Ghedafi, stando alle testimonianze che ci giungono da Bengasi e Kufra”.

Lo sottolinea don Mussie Zerai, presidente dell’Agenzia Habeshia per la cooperazione e lo sviluppo, in una nota in cui evidenzia problemi anche in Yemen, Gibuti, Tunisia e nel Sinai egiziano.

Secondo il religioso residente a Roma, sono ”centinaia i profughi tenuti in codizioni di schiavitù a Kufra”, dove ”sono costretti ai lavori forzati da uomini armati, che li costringono a maneggiare armamenti pesanti, pulire carri armati, senza cibo ne’ acqua, continuamente picchiati”.

Chi puo’ pagare fino a 800 dollari viene accompagnato ”da uomini armati fino a Tripoli – aggiunge – quindi il traffico come ai tempi di Gheddafi resta fiorente”. Don Zerai, che chiede l’intervento dell’Italia perche’ faccia pressione sulle autorita’ libiche, parla anche di profughi in centri di detenzione a Bengasi, ”che si lamentano per maltrattamenti” e mancanza di cibo, acqua potabile e cure, e per il fatto di non poter entrare in contatto con l’Unhcr o altri organismi per la tutela dei diritti umani.

Quanto allo Yemen, don Zerai denuncia la detenzione in carcere di ”circa 240 perofughi eritrei” che vivono ”in condizioni disumane” e avrebbero contratto una malattia contagiosa, senza ricevere cure mediche. A Gibuti vi sarebbero circa 350 profughi eritrei fuggiti dalla zona di confine e ”trattati come se fossero prigionieri di guerra”, alcuni dei quali malati di tubercolosi o Aids. Atti di intolleranza in particolare contro i cristiani, e per i quali don Zerai chiede all’Unhcr di intervenire, vi sarebbero nel campo profughi di Shousha in Tunisia, sul confine libico. Per quanto riguarda il Sinai, infine, l’agenzia Habeshia continua a denunciare ”il traffico di esseri umani” e di organi ai danni dei profughi che sperano di raggiungere Israele.

Qui vi sarebbero ”circa 2000 prigionieri nelle mani dei trafficanti”, responsabili di atrocita’ compiute senza che il governo egiziano ”faccia un minimo sforzo” per contrastarle.

http://ansamed.ansa.it/ansamed/it/notizie/rubriche/cronaca/2012/05/15/Immigrazione-don-Zerai-nuova-Libia-poco-cambiato_6872953.html

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