Nove anni di reclusione. E’ la condanna inflitta dai giudici del tribunale di Viterbo a A.A.N., 50enne omosessuale di Vetralla. L’accusa, per l’antiquario, era quella di aver violentato i figli del suo compagno e convivente.
Abusi che, stando alle indagini, risalirebbero agli anni compresi tra il ’99 e il 2003, prima sul maggiore e poi sul minore dei due fratelli, oggi di 23 e 19 anni.
La decisione è arrivata dopo l’ultima arringa di uno dei difensori dell’antiquario, Giuliano Migliorati. Subito dopo, la camera di consiglio dei giudici, durata circa un’ora.
Il collegio presieduto da Italo Ernesto Centaro ha comminato all’antiquario una pena di tre anni superiore a quella avanzata dal pm Renzo Petroselli, che aveva chiesto sei anni.
Disappunto tra la difesa, che aspetterà il deposito delle motivazioni – 90 giorni – per poi fare appello. Gli avvocati Migliorati e Cesare Gai avevano puntato sulle incongruenze nei racconti dei due fratellini, che rivelarono le presunte violenze agli operatori della casa famiglia cui erano stati affidati.
Dichiarazioni che, per i legali dell’antiquario, restano inattendibili.