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Canada: “Sull’islam le autorità svizzere sono ingenue”

 Foto d'archivio (Keystone)

Foto d’archivio (Keystone)

ZURIGO, 1 genn  – Il Consiglio centrale islamico della Svizzera (CCIS) ha comunicato che Abdel Azziz Qassim Illi, che avrebbe dovuto prendere un aereo per recarsi a Toronto, non è stato autorizzato a lasciare il paese. Invitato a partecipare ad un congresso sul tema “Rilanciare lo spirito islamico” ha scoperto, al momento di prendere l’aereo, che le autorità canadesi gli avevano rifiutato l’ingresso al paese. Il resto della delegazione del CCIS ha potuto invece viaggiare senza nessun problema.

Il personale ha spiegato a Qassim Illi, cittadino svizzero, che in diversi casi le autorità canadesi e americane possono pronunciare il divieto di ingresso senza dover per forza addurre motivazioni. L’uomo ha definito l’accaduto come: “Puramente arbitrario e risultato di una raccolta di informazioni superficiale che dà adito a conclusioni assolutamente ingiuste”. Per questo motivo ha deciso di protestare, quantomeno di ricevere spiegazioni. Attivo come oratore internazionale da diversi anni non si era mai recato prima in Canada. “Probabilmente il mio nome è finito per errore nella lista delle persone interdette dagli Stati Uniti e dal Canada. Io non ho nulla da nascondere e non ho mai fatto niente di illegale”. La compagnia Swiss contattata poco dopo i fatti ha dichiarato, per voce del suo addetto stampa, che: “noi dobbiamo innanzitutto assicurarci che il passeggero abbia effettivamente il permesso per entrare nel paese di destinazione. Se così non fosse, ci dispiace, ma deve restare in Svizzera”.

In Svizzera esperti e musulmani moderati non si dicono sorpresi dalla decisione del governo canadese. “E’ da ormai parecchio che mettiamo in guardia dalle posizioni estremiste del Consiglio centrale islamico della Svizzera” ha dichiarato Saïda Keller-Messahli del Forum per un Islam progressista. “Spero che questo divieto faccia cambiare opinione sul Consiglio centrale islamico della Svizzera, la cui ideologia non è compatibile con una società democratica”.

Anche l’esperto Albert A. Stahel ritiene che le autorità svizzere siano troppo permissive. “La Svizzera nella questione riguardante le organizzazioni islamiche a livello internazionale è considerata troppo permissiva. Ora le autorità elvetiche devono chiedere a quelle canadesi per quale motivo Qaasim Illi è finito sulla lista nera e valutare di conseguenza dei provvedimenti restrittivi nei suoi confronti anche in Svizzera” ha dichiarato a 20min.ch.

Se la Svizzera adottasse le misure restrittive su modello internazionale nei confronti dell’islam radicale, secondo Stahel vi sarebbero delle conseguenze dirette per il Consiglio Centrale islamico della Svizzera: “Per esempio ci sarebbero controlli più restrittivi”.

Kacem El Ghazzali, marocchino residente in Svizzera, è un blogger critico dell’islam. Egli chiede la proibizione del CCIS: “In una società come quella svizzera un’associazione con posizioni estremiste non ha nulla a che fare”.

Secondo il blogger le autorità svizzere sono ingenue: “Non si tratta di una piccola associazione svizzera. Il CCIS è parte di una rete internazionale di estremisti”.

http://www.tio.ch/News/Svizzera/771094/Sull-islam-le-autorita-svizzere-sono-ingenue/

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