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Il coraggio dell’artista tunisina Nadia Jelassi

14 ott – “Sembra di essere scivolata indietro, ai secoli dell’Inquisizione! Neanche ai tempi di Ban Ali era mai accaduto che un artista venisse incriminato per le sue opere”.

Accusata di essere stata “corrotta dalla cultura occidentale” e di attentare all’onore delle donne musulmane, l’artista tunisina Nadia Jelassi, autrice di Celui qui n’a pas… in cui raffigura tre donne velate e bloccate in un pavimento di sassi, racconta a Io donna, come nel suo Paese sia in corso “una guerra culturale con gli estremisti islamici che stanno rubando la rivoluzione al popolo tunisino”.

54 anni, insegnante alla Facoltà di Arte moderna dell’Università di Tunisi, Nadia Jelassi è stata trascinata in tribunale per avere sollevato la questione della lapidazione nel mondo islamico, con la sua opera. I locali dell’esposizione sono stati bruciati e aggrediti i responsabili della galleria. L’Islam radicale salafita guadagna terreno in Tunisia dalla vittoria del partito islamista moderato Ennhada nelle elezioni di ottobre 2011.

I religiosi hanno sequestrato lo spirito originario della nostra rivoluzione, che era liberale, democratico, aperto al mondo e alla liberazione delle donne“, dice Nadia, che ora vive nel terrore e rischia il carcere.  E mirano soprattutto all’arte perché vogliono forgiare la cultura del Paese.

Guardano alle scuole, ai media, ai cinema, a tutto ciò che può formare le nuove generazioni. Se dovessero vincere loro, tra meno di trent’anni le moschee avranno il sopravvento. La rivoluzione dell’anno scorso ha dimostrato che la nostra società civile ha a forza per reagire. Quando i religiosi tireranno troppo la corda torneremo in piazza”.

http://affaritaliani.libero.it/culturaspettacoli/nadia-jelassi-celui-qui-n-a-pas.html?refresh_ce

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