17 agosto – Rita Levi Montalcini e Oriana Fallaci bocciate; Ciarina promosso. Un premio Nobel e una giornalista conosciuta in tutto il mondo; un cantastorie noto solo a Mantova. È destinato a far discutere l’elenco che l’ufficio toponomastica ha consegnato alla giunta con i nomi da tenere in considerazione nell’eventualità che si volessero intitolare vie, piazze, edifici o altri spazi di Mantova. Tant’è che la giunta, nella seduta di martedì scorso, ha rinviato ogni discussione chiedendo degli approfondimenti.
Tutto nasce dall’ordine che il sindaco Nicola Sodano ha impartito all’ufficio di riunire in un unico elenco tutte le proposte che, dal 1989 ad oggi, erano state avanzate in Comune per dedicare dei toponimi a personaggi più o meno conosciuti e che giacevano nei cassetti. Il passo successivo, sempre secondo il volere del primo cittatadino, era quello di eliminare quei nomi che, a parere dei tecnici, non avevano ragione di essere presi in considerazione e, parallelamente, di estrapolare quelli che, in un futuro più o meno breve, avrebbero avuto dignità di targa. Gli uffici hanno spulciato gli archivi e dopo un lungo lavoro hanno rassegnato al governo cittadino i due elenchi con i toponimi da archiviare e con quelli da tenere in evidenza.
Spulciandoli, emergono quantomeno delle scelte discutibili come quelle di cancellare i nomi della Montalcini e della Fallaci, di Craxi e di Gandhi. Il tutto a fronte del «salvataggio» di Ciarina, al secolo Mario Zamboni, dei medici Eros Benedini e Franco Dotti, di Ferruccio Spadini, il repubblichino fucilato e poi riabilitato, e altri.
«Nessuna scelta è stata ancora fatta – tiene a precisare il sindaco Sodano per tacitare le immancabili proteste che gli elenchi susciteranno -. Approfondiremo la proposta degli uffici che potrebbe anche cambiare». E aggiunge: «Non abbiamo più vie o piazze da intitolare entro fine mandato, visto che non vi sono urbanizzazioni in arrivo, ma solo giardini, edifici e altri spazi». Ricorda, infatti, che le ultime intitolazioni riguardano un sottoportico ( D’Annunzio), i giardini accanto al castello ( martiri delle foibe e ai profughi dalmati e istriani) e di Valletta Valsecchi (Baden Powell, fondatore dei boy scout). Senza dimenticare la recente decisione di dedicare il futuro centro servizi di Lunetta al genio informatico ma anche hacker, Aaron Swartz, voluta dall’assessore Celestino dall’Oglio («era un alfiere della libertà digitale» la motivazione) e avallata martedì scorso dalla giunta.
Tra l’elenco dei non ammessi figura anche l’associazione mutilati e invalidi di guerra, oltre al chitarrista Jimi Hendrix, al cantautore Ivan Graziani, al giurista e politico, ideologo della Lega nord, Gianfranco Miglio, il questore di Fiume che salvò tanti ebrei dai lager nazisti, Giovanni Palatucci.
«Segati» anche il fondatore della san Vincenzo de’ Paoli, il beato Federico Ozanam, gli attori del Duce Osvaldo Valente e Luisa Ferida, i caduti dell’Arma dei carabinieri e il pilota di moto Marco Simoncelli. E anche Graziella Fumagalli, medico ucciso in Somalia, richiesta avanzata nel 1995 dalla Presidenza del consiglio dei ministri.
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