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Omicidi, torture e stregoneria: Londra capitale della magia nera

La donna che ha macellato il fratello di quindici anni accusandolo di essere uno stregone non prova nessun rimorso. Nè lei, Magalie Bamu, né tantomeno lui, il fidanzato Eric Bikubi, che ha fatto il grosso del lavoro prima di dare al piccolo Kristy il colpo di grazia. Era il giorno di Natale del 2010. Il ragazzo ha capito che era finita. E in quell’istante, dopo ventiquattro ore di torture, si è sentito sollevato. «Voglio solo morire adesso».

In un appartamento della periferia est di Londra lo avevano picchiato con una sbarra di ferro. Sulla schiena e sulla testa. E con un martello gli avevano frantumato i denti e lacerato la bocca. Gli avevano anche strappato un orecchio con le tenaglie. Gridavano impazziti. C’era sangue dappertutto. «Ecco che cosa si merita chi pratica la magia nera». Poi Magalie, 29 anni, una donna con una bellezza pacata e persino un po’ ieratica, ex commessa di Mark & Spencer, aveva preso in braccio il pupazzo disarticolato che gemeva come un vitello e lo aveva infilato nella vasca piena di ghiaccio e acqua gelata. Eric Bikubi aveva portato in bagno anche i due fratelli più piccoli. «Dovete guardare». Si era avvicinato a Kristy e gli aveva premuto la testa sotto l’acqua, finchè il suo corpo aveva smesso di tremare. Giovedì pomeriggio Megalie Bamu ed Eric Bikubi sono stati condannati all’ergastolo. «Non potevamo fare altro, si rifiutava di confessare», ha detto Magalie. Due pazzi? Probabilmente. Certamente non isolati.

Nove giorni prima della morte di Kristy, nella stessa zona, la mamma Shayma Ali aveva sventrato – è questa la parola che si legge nel rapporto della polizia – la sua bambina di quattro anni. Era convinta che in pancia si portasse il demonio. Faceva parte di una setta evangelica cristiana. Come Eric Bikubi e Megalie Bamu.

Secondo il dottor Richard Hoskins, consulente della polizia metropolitana, «questa forma di violenza selvaggia è estesa e ormai fuori controllo su tutto il territorio del Regno». Un portavoce di Scotland Yard ha aggiunto che i casi di minorenni torturati perché accusati di praticare o subire la magia nera, sono stati ufficialmente ottantatré negli ultimi dieci anni. «Ma si tratta di numeri sottostimati. Abbiamo la percezione che i crimini nascosti siano centinaia». Delitti commessi nelle comunità africane, asiatiche e caraibiche. Stregoni, sacrifici umani, esorcismi, amuleti, ossessioni, pozioni magiche e deliri.

Il caso che portò alla luce il disastro fu quello di Victoria Climbie. Aveva otto anni ed era arrivata a Londra dalla Costa d’Avorio nel 2000. Uno zio la riempì di botte e la lasciò crepare di fame. «Sei una strega maledetta».

L’anno successivo il tronco di un giovane nigeriano fu ritrovato nel Tamigi. Testa, gambe e braccia mozzate. Nello stomaco aveva un quantitativo innaturale di erbe medicinali e un flaconcino pieno di oro. Nessuno ha mai pagato per quel crimine. Ma Scotland Yard è convinta che si sia trattato di un sacrificio rituale. Il tentativo di far guarire dal cancro un malato terminale. Una vita offerta agli dei in cambio di un’altra. Da quel momento le statistiche si sono arricchite senza sosta. Ragazzi e ragazze torturati o accecati con il peperoncino.

Debbie Ariyo, dell’Associazione Africana Contro gli Abusi sui Bambini, è certa che «non tutte le chiese estremiste e non tutti i pastori usano la magia nera e le minacce alle famiglie per manipolare le persone. Ma è vero che alcune lo fanno. Ed è vero che ci sono decine di piccoli in pericolo ogni giorno».

Gli avvocati di Eric Bikubi, disoccupato che giurava agli amici di essere un grande allenatore di pallone e di avere giocato contro il capitano della nazionale inglese John Terry, hanno provato a sostenere che il loro cliente non fosse in grado di intendere e di volere. «E’uno schizofrenico». Hanno aggiunto che da bambino era stato allontanato dalla famiglia, in Congo, perché sospettato di essere abitato dal male. Un ricordo che lo stesso Bikubi teneva relegato nell’oblio per proteggere il precario equilibrio del suo presente, una superstizione alla quale ha finito per credere. La storia ai giudici dell’Old Bailey è sembrata irrilevante.

Il papà di Kristy Bamu, lasciando il tribunale, ha dichiarato: «mio figlio è stato ammazzato come una mucca al macello». Poi si è preso la testa tra le mani ed è scoppiato a piangere.

http://www.lastampa.it/_web/CMSTP/tmplrubriche/giornalisti/grubrica.asp?ID_blog=322&ID_articolo=233&ID_sezione=713

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