Primo dicembre. Il mito di Oriana Fallaci vive ancora su un palcoscenico grazie a Cristina De Stefano e Maria Rosaria Omaggio. Oriana Fallaci, una donna dalla fama planetaria. Una femminista ante litteram e forse quando scriveva: “sembri un Ulisse che va ad espugnare le mura di Troia. Ma non sei Ulisse, sei Penelope. Lo vuoi capire, sì o no? Dovresti tessere la tela, non andare alla guerra. Lo vuoi capire, sì, o no, che la donna non è un uomo?” si riferiva a se stessa.
In fondo quella ‘donnina’ alta un metro e cinquantasei aveva rivoluzionato la condizione femminile del tempo: fu la prima giornalista italiana a compiere azioni riservate agli uomini. I suoi reportage hanno commosso e sconvolto e con tenacia e disubbidienza ha sempre raccontato la verità ai lettori, senza il timore di schierarsi o esprimere la propria opinione. Un esempio di coraggio e professionalità, un inno all’indipendenza.
Quella sera il teatro dell’Angelo impartiva lezioni di anima. E questa era la lezione, attraverso un modo innovativo di concepire il teatro, attraverso il dialogo aperto e l’introspezione, necessari per carpire la dimensione interiore e svegliare le coscienze sopite di una società che aliena i valori fondamentali dell’uomo.
Oriana Fallaci in un’opera teatrale:
La rappresentazione parte con un omaggio a Oriana del videoartista Carlo Fatigoni. Breve ma d’impatto grazie all’intensità delle immagini e delle impressioni visive. Poi si apre il sipario. Cristina De Stefano, autrice del libro ‘Oriana una donna’, la prima autobiografia autorizzata di Oriana Fallaci, si cimenta nell’ardua impresa di intervistarla e non nasconde ansia e nervosismo, perchè sa bene che avere a che fare con lei non è semplice.
La scrittrice e giornalista è nota per il suo carattere difficile. Sul palco arriva l’Oriana o meglio la donna che ha dato nuovamente vita allo scrittore: Maria Rosaria Omaggio, già sua interprete nel film Walesa – L’uomo della speranza di Andrzej Wajda. Un passo certo, un tono di voce sicuro. La somiglianza fisica è palese, evidente. Gli stessi capelli, i tratti somatici simili. Quasi due gocce d’acqua.
Ma nell’atteggiamento, nelle movenze, nel modo di parlare è addirittura sconvolgente. Sembra di vederla lì sul palco l’Oriana, intenta a decantare la libertà, a paragonare i suoi libri ai bambini che non ha mai avuto, ad esprimere l’amore per la politica ironizzando sul fatto che se fosse diventata ambasciatrice sarebbe già scoppiata la terza guerra mondiale.
Sembra di vederla mentre aspira il fumo da una sigaretta che tiene puntualmente in mano e ricorda gli amori perduti, senza perdere di vista però quei valori di riferimento, quali emancipazione e indipendenza, forgiati durante gli anni della Resistenza. Perciò particolare rilevanza va attribuita ai dialoghi dello spettacolo, basati sulle parole della stessa Oriana, che sicuramente non avrebbe mai accettato di essere interpretata utilizzando espressioni diverse dalle sue.
Una donna dai mille volti:
Interessante al termine dell’intervista impossibile la presenza dei giornalisti Andrea Purgatori e Claudio Lazzaro, in passato suoi collaboratori: raccontano aneddoti sulla vita della Fallaci, mettendo in risalto il lato umano della scrittrice. Quel lato umano e fragile che imperversa anche sulle pagine di Cristina De Stefano, che ci mostra un’Oriana diversa, inedita, sentimentale e conferisce allo spettacolo una marcia in più, il tocco di magia necessario per portare in scena una donna controversa come lei.
In chiusura la lettura di alcuni brani tratti dal libro ‘Un cappello pieno di ciliege’ che consentono allo spettatore di cogliere altre sfumature sul carattere insidioso della giornalista. Del resto era una donna dai mille volti, lei stessa si definiva ‘tutto e il contrario di tutto’ ed è per questo che dietro l’interpretazione magistrale dell’attrice si nasconde uno studio approfondito dell’individualità di Oriana, nell’ assimilazione della sua persona e una ricercatezza nei dettagli tale da rasentare la perfezione.
E’ proprio il caso di dirlo: Maria Rosaria Omaggio calca la scena con maestria e abilità, restituendo la vita ad una figura leggendaria.
Selene Bruni laveracronaca.com