Home > Islam > Terrorismo > Tolosa, è polemica sulla polizia “Sottovalutati gli allarmi sul killer”

Tolosa, è polemica sulla polizia “Sottovalutati gli allarmi sul killer”

«Ho allertato la polizia molte volte»: è furiosa Aisha, una madre di famiglia che abita nel vecchio quartiere dove risiedeva il presunto killer di Tolosa, che – citata dal sito internet del giornale Le Telegramme.fr – dice di aver «denunciato Mohamed Merah due volte» e di aver «rilanciato (le accuse,ndr.) moltissime volte. Invano».  «Sono fuori di me – aggiunge la donna – c’è stato bisogno che queste persone siano state uccise affinchè Merah
venga finalmente arrestato. È un enorme peccato…».

Parte dei fatti che rivela la donna sono da ieri su diversi media francesi, anche sulla base delle testimonianze di un’altra donna, Malika.
Quest’ultima parlava di un incidente che risale al 2010, quando Merah – con aria minacciosa e incappucciato – era apparso con una sciabola nel quartiere Izards di Tolosa gridando «Allah Aqbar». «Quel giorno – racconta Aisha, un nome di fantasia visto che la donna vuole rimanere anonima – era noi che voleva minacciare. Ed è sempre quel giorno che ha aggredito i miei bambini».

Il giorno prima, il figlio di Aicha, 15 anni, era stato avvicinato da Merah. «È salito nella sua macchina. Gli ha fatto ascoltare un cd di canti, facendoli credere che era il Corano». Erano un invito a raggiungere lo jihad. «Ha portato mio figlio a casa sua, la stessa dove si è rinchiuso. Nel suo appartamento c’era un immenso Corano nel Salone e molte grandi sciabole appese al muro. Ne ha staccata una, poi ha imposto a mio figlio di guardare i video di al-Qaida». Scene «insostenibili», di donne giustiziate con un colpo alla tempia, di uomini sgozzati. «Mio figlio mi ha chiamata. Alla fine lo abbiamo recuperato. È rimasto chiuso lì dentro dalle 17:00 a mezzanotte».

Dopo quella tragica giornata, Aicha sporge denuncia, ciò che causa la rabbia del presunto killer di Tolosa. «È venuto davanti a casa nostra. Mi ha minacciata e picchiata. Diceva che ero atea e che dovrei pagare come tutti i francesi. Non smetteva di ripetere che era un mudjahidin e che sarebbe morto da martire, cancellando dalla terra tutti coloro che uccidono i musulmani».

Le minacce di morte e le botte dureranno anche nei giorni successivi. Aicha oggi non ci vuole credere. «Perchè, nonostante tutte le mie segnalazioni, non è stato arrestato? L’abbiamo visto ancora la settimana scorsa. Ci distruggeva. Ho raccontato tutto più volte alla polizia e alla prefettura. E oggi, siamo arrivati a questo punto. E’ incomprensibile e rivoltante».

http://www3.lastampa.it/esteri/sezioni/articolo/lstp/447374/

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *