23 apr – L’escalation della corrente salafita in Tunisia, dove di recente si è assistito ad atti dissacratori contro alcune chiese e sinagoghe e ad appelli ad uccidere gli ebrei, è un “effetto collaterale della rivoluzione”. Ne è convinto il ministro tunisino per gli Affari religiosi, Noureddine Khadmi, che in un’intervista ad AKI-ADNKRONOS INTERNATIONAL condanna fermamente questi episodi.
Secondo Khadmi, il fenomeno dell’ascesa dei salafiti “non deve essere affrontato con soluzioni di sicurezza o con misure straordinarie, ma attraverso una strategia basata sugli aspetti ideologici e scientifici e sul dialogo, lontana dallo scontro e dalla violenza”. La questione dell’estremismo religioso va inoltre trattata “nel rispetto della legge e dell’ordine costituito”, facendo attenzione a “preservare la stabilità della società e l’unità nazionale, che è una conquista di tutti”, sottolinea Khadmi, mettendo in evidenza la necessità di arrivare con i salafiti a “un accordo che protegga la rivoluzione”.
“Temiamo che a causa di qualche trasgressione si possa danneggiare l’esperienza della rivoluzione, che vuole essere un modello civile e pacifico per creare il cambiamento e la riforma” anche al di fuori della Tunisia, precisa il ministro. “Ogni tunisino, anche salafita, è libero di esprimere le proprie opinioni e posizioni, ma senza costringere gli altri ad adottarle”, aggiunge Khadmi. In tal senso, il dialogo con la corrente salafita “prende le mosse da una discussione scientifica e ideologica delle posizioni che sono oggetto di dibattito e di scontro tra questa corrente e le altre correnti islamiche”, conclude.
http://www.adnkronos.com/IGN/Aki/Italiano/Politica/Tunisia-ministro-Affari-religiosi-salafiti-effetto-collaterale-rivoluzione_313233344760.html