La Chiesa ortodossa russa ha chiesto che sia estesa a tutto il Paese la legge che proibisce la propaganda omosessuale fra i minori, e che è stata approvata nella seconda città del Paese, San Pietroburgo. “La cocciutaggine delle minoranze sessuali e i loro piani per manifestarsi di nuovo di fronte a centri infantili dimostrano quanto sia stata opportuna l’approvazione della legge regionale” ha affermato Dimitri Pershin, capo del Comitato per la gioventù della Chiesa ortodossa russa.
Pershin, che è anche membro della Commissione parlamentare per la famiglia e i temi dell’infanzia ha assicurato che “senza ritardi, si deve concedere alla legge uno status federale, il che è compito dei deputati” della Duma, la “camera bassa” del Parlamento. Il rappresentante della Chiesa russa è stato uno degli esperti che ha partecipato alla redazione della legge che fu promulgata la settimana scorsa dal governatore della regione di San Pietroburgo.
In questo modo nella regione è rimasto vietato propagandare informazioni sulla omosessualità, la bisessualità, il lesbismo, la transessualità e anche la pederastia. La legge punisce con multe amministrative da 130 a 13.000 euro i violatori, a seconda che si tratti di persone fisiche o giuridiche. Le organizzazioni omosessuali hanno criticato la legge, dicendo che servirà di pretesto per impedire le marce dell’orgoglio gay.
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